Federico Polloni
La sua produzione artistica si concentra principalmente sui dipinti, che percepisco come la rappresentazione visiva dei suoi pensieri e delle sue ossessioni. Attraverso il proprio lavoro, si propone di ricreare scenari ambigui e pieni di perché, che trasmettono una sensazione di incompletezza attraverso soggetti apparentemente ordinari. Si trova costantemente alla ricerca di un dettaglio che da solo possa rappresentare accenni alla propria percezione della realtà: un serpente che si sfalda, una pianta bagnata, una ragnatela. Questi piccoli elementi sono portatori di una tensione metafisica che si scontra tra i regni dell'interiorità e dell'esteriorità, ma nonostante questa suspense conducono a uno stato calmo e spirituale. Allo stesso tempo, l’artista è sempre stato affascinato dall'immobilità del mondo digitale, dalla sua regolarità e dai suoi schemi. È così perfetto da essere accattivante, inquietante e disturbante: il tempo non esiste nel mondo artificiale: mentre nella nostra realtà tutto è destinato a cambiare, lì tutto rimane uguale. Nel mondo digitale non esiste la morte. C'è solo un elemento che ho scoperto essere un collegamento tra le realtà opposte del cambiamento immanente e dell'immobilità permanente: le luci al neon. Brillano di una luce pallida e statica che si dissolve nell'aria come nessun'altra luce, come se fossero perennemente sul punto di scomparire, senza mai farlo.
Combinando nei suoi dipinti elementi del mondo digitale e del mondo reale, ha creato una terza realtà in cui sente che tutto è possibile. Modelli, irregolarità, errori e perfezione appartengono tutti allo stesso luogo, accessibile solo attraverso l'arte. Il suo obiettivo è svelarlo, esplorare i suoi luoghi nascosti e rappresentarli attraverso il simbolismo e le metafore come mezzi di narrazione. L’artista vuole trascendere i confini della rappresentazione tradizionale, offrendo scorci di un mondo in cui l'ordinario diventa straordinario. Questo è l'unico modo che ha trovato per trasmettere significati più profondi e invitare gli spettatori a interpretare il suo lavoro nel loro modo unico.
La sua produzione artistica si concentra principalmente sui dipinti, che percepisco come la rappresentazione visiva dei suoi pensieri e delle sue ossessioni. Attraverso il proprio lavoro, si propone di ricreare scenari ambigui e pieni di perché, che trasmettono una sensazione di incompletezza attraverso soggetti apparentemente ordinari. Si trova costantemente alla ricerca di un dettaglio che da solo possa rappresentare accenni alla propria percezione della realtà: un serpente che si sfalda, una pianta bagnata, una ragnatela. Questi piccoli elementi sono portatori di una tensione metafisica che si scontra tra i regni dell'interiorità e dell'esteriorità, ma nonostante questa suspense conducono a uno stato calmo e spirituale. Allo stesso tempo, l’artista è sempre stato affascinato dall'immobilità del mondo digitale, dalla sua regolarità e dai suoi schemi. È così perfetto da essere accattivante, inquietante e disturbante: il tempo non esiste nel mondo artificiale: mentre nella nostra realtà tutto è destinato a cambiare, lì tutto rimane uguale. Nel mondo digitale non esiste la morte. C'è solo un elemento che ho scoperto essere un collegamento tra le realtà opposte del cambiamento immanente e dell'immobilità permanente: le luci al neon. Brillano di una luce pallida e statica che si dissolve nell'aria come nessun'altra luce, come se fossero perennemente sul punto di scomparire, senza mai farlo.
Combinando nei suoi dipinti elementi del mondo digitale e del mondo reale, ha creato una terza realtà in cui sente che tutto è possibile. Modelli, irregolarità, errori e perfezione appartengono tutti allo stesso luogo, accessibile solo attraverso l'arte. Il suo obiettivo è svelarlo, esplorare i suoi luoghi nascosti e rappresentarli attraverso il simbolismo e le metafore come mezzi di narrazione. L’artista vuole trascendere i confini della rappresentazione tradizionale, offrendo scorci di un mondo in cui l'ordinario diventa straordinario. Questo è l'unico modo che ha trovato per trasmettere significati più profondi e invitare gli spettatori a interpretare il suo lavoro nel loro modo unico.
Federico Polloni è nato a Treviso nel 1991 e si è laureato in Arti Visive all'Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida dei professori Aldo Grazzi e Carlo Di Raco. Le sue opere sono state esposte in varie città, tra cui New York, Londra, Bergen, Milano e Parigi. Tra le mostre più recenti si ricordano la Fiera Wopart in Svizzera, Venice Time Case a cura di Luca Massimo Barbero presso la Galerie Italienne di Parigi e Unlikely a Palazzo Mocenigo a Venezia.
Nel 2020 fonda l'associazione culturale Acromo con sede a Venezia e apre il primo Lab Space condiviso, Casablanca_studio_, sempre a Venezia. Nello stesso anno ha collaborato alla realizzazione del primo festival indipendente di open studio che ha coinvolto giovani artisti emergenti operanti a Venezia, noto come Venice Independent Art Scene.
Attualmente vive e lavora a Venezia.
Federico Polloni è nato a Treviso nel 1991 e si è laureato in Arti Visive all'Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida dei professori Aldo Grazzi e Carlo Di Raco. Le sue opere sono state esposte in varie città, tra cui New York, Londra, Bergen, Milano e Parigi. Tra le mostre più recenti si ricordano la Fiera Wopart in Svizzera, Venice Time Case a cura di Luca Massimo Barbero presso la Galerie Italienne di Parigi e Unlikely a Palazzo Mocenigo a Venezia.
Nel 2020 fonda l'associazione culturale Acromo con sede a Venezia e apre il primo Lab Space condiviso, Casablanca_studio_, sempre a Venezia. Nello stesso anno ha collaborato alla realizzazione del primo festival indipendente di open studio che ha coinvolto giovani artisti emergenti operanti a Venezia, noto come Venice Independent Art Scene.
Attualmente vive e lavora a Venezia.