Per l’occasione Paolo Bini ne realizza la scenografia, opera ambiente e site-specific dal titolo Cromatismo in ritmo variabile, un progetto accolto da De Gregori grazie alla profonda sensibilità artistica del suo manager Vincenzo “Chips” Lombi coadiuvato da Maria Letizia Paiato Storico e critico dell’Arte. Cromatismo in ritmo variabile nasce dall’idea di amplificare quell’atmosfera di confidenzialità ricercata dall’artista, sicché va immaginata, non come un’opera tradizionale ma viva e performante, capace di abbracciare il pubblico rendendolo partecipe di un’esperienza irripetibile dove i colori e i giochi di luce (studiati da Andrea Coppini light designer di De Gregori) amplificano la libera espressività delle emozioni accordandosi alla musica.
L’opera, in acrilico su tela di cotone, mostra una serie di segmenti verticali astratti, monocromatici e dall’intenso valore introspettivo, segni peculiari che caratterizzano costantemente questa ricerca, mostrando quello stesso ritmo o fuori ritmo dall’intenso valore interpretativo come lo sono la musica e le parole del Principe della canzone Italiana.
Sono tratti di spazio che accolgono le luci e le ombre e dove i colori, a carattere cangiante, cambiano secondo il punto di vista reagendo alle luci teatrali sempre in modo inatteso e diverso. In tale prospettiva Cromatismo in ritmo variabile trova la propria collocazione naturale per via della sua variabilità o casualità cromatica che consente allo spettatore una libertà visiva e percettiva, capace di sciogliere tanto i sentimenti quanto un’immaginazione senza confini.