Vittorio Messina - Mappe del tempo

La Galleria Nicola Pedana ha il piacere di presentare la seconda mostra personale del maestro Vittorio Messina in galleria. Inaugura sabato 11 giugno alle ore 18:00 MAPPE DEL TEMPO dalla Collezione agli esiti delle Nuove Emergenze. Già nel titolo l’artista ha voluto esprimere la divergenza di fondo che spesso anima la dialettica della creazione. Le Mappe infatti, come è noto, sono rappresentazioni a scala grande e dettagliata di terreni, di cui sono indicate strade, percorsi e camminamenti anche impervi, che permettono al viaggiatore, all’esploratore -e quindi anche al fruitore di una mostra come questa- di orientarsi. Si tratta di un termine eminentemente empirico, che evidenzia una precisa asimmetria col termine successivo, il TEMPO. Con il Tempo infatti, si mette in atto uno scatto netto e improvviso, una sorta di cambiamento del punto di vista che muta la natura stessa dell’evento in questione. Si tratta di una associazione sghemba poiché “tempo” è un corpo senza sostanza, lo possiamo misurare, ma mai definire. Esso permea di sé la vita dell’universo intero, ma nell’istante in cui si decide di parlarne, diventa difficile perfino la scelta di un lessico adeguato. La sua è una misteriosa astrazione in cui il pensiero da sempre stenta ad orientarsi, e tuttavia, nella divergenza semantica dei due termini, l’artista sembra concentrare ed esprimere la fiducia che il lavoro dell’arte possa compiere il miracolo di una qualche epifania, cioè una rivelazione destinata ai sensi dell’umano, a tutto quanto ci appartiene. É in questa prospettiva che Vittorio Messina, con questa mostra introduce ad una serie di “Spostamenti” che, dalle prove di una maturità precoce -con gli storici “Acrilici del 1967- e attraverso le complessità degli anni Settanta e oltre la definitiva cesura della Grande Muraglia Cinese (1978/1979)- giunge alle Rovine, alle grandi “Cosmografie” su tela, ai Piombi dorati e alle grandi opere multimediali estesenella più recente attualità del suo lavoro.


Krzysztof Grzybacz

La galleria Nicola Pedana è lieta di annunciare la prima mostra personale in Italia dell’artista polacco Krzysztof Grzybacz dal titolo “Windowless car”, a cura di Domenico de Chirico. Tra gli ultimi decenni del XVIII e la prima met  del XIX secolo, a partire dall’Inghilterra, mediante la cosiddetta Rivoluzione Industriale, si assiste all’avvio del processo di crescita e di sviluppo economico, di innovazione tecnologica, di profonda trasformazione dell’apparato socio-culturale e di industrializzazione, a livello globale, del macrosistema e di tutto l’apparato sociale. Ed è durante tale periodo, che, mediante innumerevoli discussioni, esperimenti poliformi, profonde riflessioni e progressi audaci, si instaura, insinuandosi rapidamente, quel momento in cui il rapporto che intercorre tra l’essere umano e l’inanimato si consolida e si articola complicandosi, tra idee progressiste e dinamiche imprevedibili. La questione, lunga secoli, rispetto alla complessità di tale binomio già stata innumerevoli volte indagata a fondo e risulta essere sempre più attuale, ma ci  che ci interessa e stupisce, in questo caso, il modo in cui sulla base di una simil aporia nasce e si dirama il nuovo corpo di lavori del giovanissimo artista polacco Krzysztof Grzybacz, classe 1993, qui riunito sotto il titolo di “Windowless car”. Grzybacz si domanda e ci chiede, in riferimento alla questione di depersonalizzazione dell’individuo, tra incomprensibilità , lussazione e alienazione tipici del tempo della società  di massa, quanto e come tutto questo possa riflettersi su ciascuno di noi e, per di più , in che modo una problematica di carattere collettivo possa agire rifrangendosi a livello individuale. Ciò che ne consegue è un viaggio alla scoperta di dipinti gentili ma al contempo fortemente contrastanti, caratterizzati da tratti vellutati, quasi offuscati, che richiamano tutti quei gas soffocanti, sia reali sia metaforici, riprodotti continuamente dalle macchine sempre più  inarrestabili e dai riflessi metallici più definiti, che l’artista abilmente e magistralmente ricrea, i quali rievocano gli scintillii tipici delle possenti strutture industriali. Ed ecco che il progresso si fa paradossalmente ammaliante grazie alle scelte cromatiche di Grzybacz, il quale spazia, tra gli altri, dalle gradazioni del viola al verde acido sino al giallo fluo. Si percepisce così il ritmo ticchettante e sulfureo proprio dell’industria con il suo corollario di macchine, tra colori che si presentano freschi e brillanti, dalle sfavillanti tonalità pastello, dai tratti morbidi e nitidi, caratterizzati da un gesto pittorico unico e immediato, goliardico, tipico di un esprit libre, positivista, poetico e dal sapore fiabesco. E allora, chi prender  il sopravvento? Silenti e consapevoli, seppur frastornati dalla cacofonia siderurgica e dal grigiore industriale che ci attorniano surclassandoci, non ci resta che riflettere osservando il mondo attraverso il finestrino di una macchina oppure semplicemente chiudendo gli occhi per poterlo ridisegnare esattamente cos  come vorremmo che fosse: quello di Krzysztof Grzybacz   certamente eterogeneo, in quanto a soggetti, poich  nulla esclude, ameno e cortese, bizzarro e fantastico, seppur non disconosce ciò  che è stato, che è e che sarà . Sabato 05 Marzo 2022, Milano

Domenico de Chirico


Mainolfi

Luigi Mainolfi / Mostra personale / 

“TERRA DEL FUOCO” (la forma della pittura, il colore della scultura V)

Galleria Nicola Pedana Caserta

Inaugurazione 11 dicembre 2021 ore 12:00 / 21:00

Dal 12 dicembre 2021 al 6 febbraio 2022

E’ gradita la prenotazione per visitare la mostra

TERRA DEL FUOCO (la forma della pittura, il colore della scultura V)

di Enzo Battarra

Era il 1972 quando un giovane artista di Rotondi, della vicina Valle Caudina, installava una sua personale, una delle prime, nella galleria d’arte Studio Oggetto di Caserta. Il titolo era “Mangiate Mainolfi VIII” e lui era proprio Luigi Mainolfi, l’ottavo a portare quel nome e cognome a Rotondi. L’anno dopo sarebbe partito per Torino e da lì avrebbe proseguito una sua eccezionale carriera, costellata di partecipazioni alle più importanti rassegne d’arte internazionali, come la Biennale di Venezia, e di mostre personali nei più prestigiosi musei di ogni Paese. Bene! Ora Luigi Mainolfi torna nella sua Caserta degli esordi per una nuova mostra personale, torna da artista consacrato. Ad accoglierlo la galleria Nicola Pedana, spazio espositivo che da anni ormai ha raccolto l’eredità dello Studio Oggetto di Massimo De Simone e sta portando alto il nome di Caserta negli scenari internazionali dell’arte contemporanea.

Come assessore alla cultura della città di Caserta non posso che essere felice per il ritorno in città di un’artista così straordinario, che sta curando personalmente l’allestimento della mostra e che parteciperà all’inaugurazione, pronto a incontrare i visitatori. Affascinante il titolo della personale, che è “Terra del fuoco”, cui si accompagnano le parole magiche di Luigi Mainolfi: “La forma della pittura, il colore della scultura”. E la mostra vivrà proprio dell’intreccio tra la sua scultura che inventa strutture plastiche zoomorfe, ovvero animaloidi fantastici, e la terracotta a parete, rossa come il fuoco che cuoce la terra. Il fuoco è per questo artista energia, vigore, creatività. È spirito sacro rubato dagli uomini agli dei, è calore, è luce, ma è anche materia da plasmare. Agli dei Luigi Mainolfi ha rubato il fuoco, ma al tempo stesso ha saputo dargli forma e consistenza. È come essere un’unica figura mitica, un po’ Prometeo, un po’ Vulcano.


Vickie Vainionpää — FLOW_STATE

Vickie Vainionpää FLOW_STATE

Curated by Domenico De Chirico

Opening 22 23 24 Oct

25 Oct _ 5 Dec

 Vickie Vainionpää — FLOW_STATE 

L’artista canadese Vickie Vainionpää, classe 1992, concentra la sua pratica artistica sull’impatto della tecnologia e della digitalizzazione in relazione al processo della pittura. Vainionpää utilizza un software di modellazione 3D generativa per produrre algoritmicamente forme, colori e composizioni astratte che vengono poi dipinte a mano utilizzando esclusivamente olio su tela. Le opere facilitano così un dialogo tra pittura tradizionale e nuovi media. Queste forme biomorfe, si curvano, si piegano e si avvolgono su se stesse in modi che ricordano arti, intestini o organismi cellulari. Abbracciando nuovi mezzi digitali di lettura dello spazio e dei contenuti, le opere richiamano l’attenzione sul rapporto, in continua evoluzione, che intercorre tra il corpo umano e la tecnologia digitale. 

Attraverso la sua serie di opere di lunga data intitolata Soft Body Dynamics, Vainionpää utilizza il codice generativo come punto di partenza. Il computer crea spline casuali nello spazio 3D, un processo che l’artista descrive come una sorta di tecnica di disegno automatico delle linee. La sceneggiatura può produrre quotidianamente centinaia di forme, dando, così, all’artista molti e possibili spunti per la realizzazione di nuovi dipinti. Questa armonia tra l’atto casuale della creazione della macchina e l’occhio perspicace dell’artista produce eccitanti eventi ottici e nuove visioni. 

È secondo tali direttive che questa mostra personale, la prima in Europa di Vainionpää, conferisce continuità agli obiettivi messimi dell’artista di fondere il virtuale con il reale. Entrando nella mostra, entriamo in un ambiente all’interno delle pareti della galleria: ci accoglie una pittura murale morbida e grafica che percorre una lunga orbita ellittica attraverso lo spazio espositivo. Fluttuante, collega, volutamente, tra loro, tutte le opere presenti in mostra. Ogni quadro fa parte di una rete composita, connessa da una rete invisibile. Ciò è ulteriormente implicato dal modo in cui le forme escono dai bordi del piano dell’immagine. Risuonano con la loro stessa storia, in un processo complesso che comporta continuamente il passaggio da un sito, virtuale o reale, a un altro. 

Il titolo “FLOW_STATE” è preso in prestito direttamente da una riga di codice utilizzato per generare questi moduli univoci e può essere inteso sia come una direttiva del dispositivo digitale sia come uno specifico stato dell’essere nell’atto umano della creazione, superando i soliti limiti in un luogo più metafisico. Per unire ulteriormente il digitale e il fisico, Vainionpää accompagna i dipinti con un token non fungibile, altrimenti noto come NFT, visualizzato su uno schermo posizionato all’interno della galleria. Questo video in loop esclusivo cambia delicatamente i colori mediante un movimento fluido, dalle caratteristiche vitree. Il video anima ulteriormente lo spazio espositivo e mette in luce il rapporto tra le origini digitali dell’opera e la sua fisicità ultima. 

Il termine greco τελειότης (teleiotes), che significa “stato di completezza o perfezione” (mentalmente o moralmente), riassume perfettamente la pratica pittorica di Vainionpää, che si manifesta in modo maturo e completo. FLOW_STATE è un proscenio animato ed emblematico dell’era contemporanea che consente nuovi stati percettivi che diventano vividi dialoghi, ripensati alla luce delle scienze naturali, della storia, dell’antropologia culturale e dell’analisi dell’esistenza umana, fluttuando tra intuizione artistica e automazione tecnica e che, a sua volta, fonde virtuale e reale sulla superficie seducente dei dipinti, sempre misteriosa, energica e inquietante. 

– Domenico De Chirico 

Revisione Vickie Vainionpää. 

 

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We gratefully acknowledge the support of the Canada Council for the Arts and the Conseil des Arts et lettres du Québec


Come una stella di giorno

Come una stella di giorno

a cura Di Antonello Tolve

13 Settembre - 10 Ottobre

 

 

Per visitare la mostra bisogna prenotarsi via e-mail oppure attraverso i canali social della galleria: Instagram, Facebook e WhatsApp.

Questa organizzazione è stata pensata per far si che tutti possano partecipare con la massima sicurezza e tranquillità, senza creare assembramenti. Inoltre, nel rispetto degli attuali protocolli anti-COVID 19, sarà effettuata la misurazione della temperatura all’ingresso della galleria, sarà obbligatorio indossare la mascherina ed evitare assembramenti anche all’esterno. Siete invitati a segnalare la vostra presenza all’inaugurazione. Grazie


Hyperbole

Hyperbole a cura Di Domenico de Chirico

3 Maggio - 5 Giugno

Per visitare la mostra bisogna prenotarsi via e-mail oppure attraverso i canali social della galleria: Instagram, Facebook e WhatsApp. L'apertura è prevista per giovedì 29 - venerdì 30 Aprile e sabato 1 Maggio - dalle 11,00 alle 19,00. Questa organizzazione è stata pensata per far si che tutti possano partecipare con la massima sicurezza e tranquillità, senza creare assembramenti. Inoltre, nel rispetto degli attuali protocolli anti-COVID 19, sarà effettuata la misurazione della temperatura all’ingresso della galleria, sarà obbligatorio indossare la mascherina ed evitare assembramenti anche all’esterno. Siete invitati a segnalare la vostra presenza all’inaugurazione. Grazie


Turn on the bright lights

Alcuni scatti della mostra

Scarica il comunicato della mostra


PAOLO BINI LUCE

PAOLO BINI LUCE

INAUGURAZIONE

DOMENICA 15 DICEMBRE 2019 ORE 18:00
DAL 15 DICEMBRE 2019
AL 22 FEBBRAIO 2020 —

Domenica 15 Dicembre dalle ore 18:00 fino alle 21:00, la Galleria Nicola Pedana è lieta di inaugurare la prima mostra personale dell’Artista Paolo Bini, dal titolo “Luce”, negli spazi espositivi di Piazza Matteotti. Si tratta di un progetto site-specific, realizzato appositamente per gli spazi della galleria casertana. Le opere in mostra, sono state elaborate successivamente ad un progetto di ricerca che l’Artista ha svolto presso l' ISCP - International Studio & Curatorial Program di New York, nella primavera del 2019. La Città americana, culla di idee e di novità sullo stato attuale dell'arte contemporanea, ha consentito all’Autore l’inserimento di un nuovo elemento grammaticale nel suo personale alfabeto pittorico. In contrasto alle sue più riconoscibili e precedenti produzioni, Bini ha lavorato su matrici monocromatiche tendenti a bianchi, grigi, neri e brevi accenni di colore, utilizzando il supporto olografico, scoperto a New York. Sono opere che vivono di luce, in grado di modificarsi a seconda della sua inclinazione e del punto di vista dell’osservatore, ed è la luce stessa a creare l’effetto policromo, non il colore. Questa nuova tipologia di lavoro viene presentata al pubblico per la prima volta in Italia e consente di mostrare l'evoluzione artistica di Paolo Bini in un costante ed eclettico dialogo con il mezzo pittorico. Questa estate, infatti, una sua opera performativa ed appartenente al nuovo filone, dal titolo “Trovo luce”, è stata presentata a New York durante un live-performance proprio presso l’ISCP. A Caserta saranno presentati una selezione di dipinti realizzati con supporti olografici, un’opera ambiente tridimensionale ed un wall painting, che ripercorrono il contatto di Bini oltreoceano, ma allo stesso tempo sanciscono la consolidata collaborazione tra l’Artista e la Galleria.
La mostra, corredata dal volume monografico, sarà visitabile fino al 22 Febbraio 2020. Nel catalogo testi critici di Lorenzo Bruni ed Antonello Tolve e uno scritto di Nicola Pedana
BREVE NOTA BIOGRAFICA Paolo Bini (Battipaglia, 1984). Si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli al Dipartimento di Scenografia, il suo lavoro spazia dalla pittura all'installazione ed è stato esposto in istituzioni nazionali ed internazionali, tra cui: ISCP New York (2019), Museo Ettore Fico Torino (2019), Museo Riso Palermo (2018), Museo MADRE Napoli (2017), Reggia di Caserta (2016), Palazzo Reale Milano (2016), Museo Casa Ariosto Ferrara (2014), Provenance House Città del Capo (2013), Museo San Francisco de Asys L’Avana (2010), Palazzo Bianco Genova (2010). È il vincitore del Premio Cairo 2016, le sue opere sono presenti in diverse collezioni pubbliche tra le principali si segnalano: Gallerie d’Italia, Milano; Fondazione Donna Regina – Museo MADRE, Napoli; Reggia di Caserta, Musée Éclaté, Pontecagnano Faiano; Collection of Public Works Collection, Città del Capo, Sudafrica.


APOCALYPSE

APOCALYPSE

INAUGURAZIONE

SABATO 26 OTTOBRE 2019 ORE 18:30
DAL 26 OTTOBRE
AL 6 DICEMBRE —

A cura di Valentino Catricalà

Artisti:
Antoni Abad, Richard Garet, Vittorio Messina, Matteo Montani, Nunzio, Roberto Pugliese.

 

Non viviamo in un'apocalisse? O, meglio, questa è la sensazione che ci circonda: quella sensazione di essere sul punto di vivere un cambiamento delle condizioni di vita dell'essere umano mai visto in precedenza. La nostra epoca si sta avvicinando a un modello sociale, economico e filosofico nuovo: un nuovo "atteggiamento ecologico". Un nuovo atteggiamento indagato come forza propulsiva dagli artisti in questa mostra, attraverso un ritorno di elementi naturali all'interno dei processi artistici e una indagine sulle nuove condizioni di esistenza dell'uomo.
Nunzio con i suoi legni bruciati e i suoi piombi da più di trent'anni indaga la linea sottile di separazione tra il forme e l'informe della materia naturale; o Messina che da anni rappresenta il nascosto delle nostre architetture industriali; Montani con i suoi orizzonti ideali; così come le sound art rappresentate da Roberto Pugliese e dall'artista americano Ricahrd Garet; dalla Spagna, lo storico artista Antoni Abad con le sue fotografie sul linguaggio dei sordomuti che ci indica il non visibile della nostra interiorità nei confronti dell'altro.
Nessuno probabilmente più degli artisti si è reso conto di quanto instabile sia la nostra dimora in un'epoca di certo sviluppo tecnologico, controllo sui nostri corpi e geni, calcolo e matematizzazione dell'esistente. Un concetto molto semplice che, tuttavia, può diventare una vera energia rivoluzionaria se messo in contatto con la profondità delle nostre sensazioni. Con il loro aspetto dirompente, queste opere ci mettono di fronte a una posizione di frontiera, quella linea sottile che definisce l'abitazione come un costirutto razionale e civile; diverso dalla condizione animale senza forma, pre-razionale.