La galleria Nicola Pedana è lieta di annunciare la prima mostra personale in Italia dell’artista polacco Krzysztof Grzybacz dal titolo “Windowless car”, a cura di Domenico de Chirico. Tra gli ultimi decenni del XVIII e la prima met del XIX secolo, a partire dall’Inghilterra, mediante la cosiddetta Rivoluzione Industriale, si assiste all’avvio del processo di crescita e di sviluppo economico, di innovazione tecnologica, di profonda trasformazione dell’apparato socio-culturale e di industrializzazione, a livello globale, del macrosistema e di tutto l’apparato sociale. Ed è durante tale periodo, che, mediante innumerevoli discussioni, esperimenti poliformi, profonde riflessioni e progressi audaci, si instaura, insinuandosi rapidamente, quel momento in cui il rapporto che intercorre tra l’essere umano e l’inanimato si consolida e si articola complicandosi, tra idee progressiste e dinamiche imprevedibili. La questione, lunga secoli, rispetto alla complessità di tale binomio già stata innumerevoli volte indagata a fondo e risulta essere sempre più attuale, ma ci che ci interessa e stupisce, in questo caso, il modo in cui sulla base di una simil aporia nasce e si dirama il nuovo corpo di lavori del giovanissimo artista polacco Krzysztof Grzybacz, classe 1993, qui riunito sotto il titolo di “Windowless car”. Grzybacz si domanda e ci chiede, in riferimento alla questione di depersonalizzazione dell’individuo, tra incomprensibilità , lussazione e alienazione tipici del tempo della società di massa, quanto e come tutto questo possa riflettersi su ciascuno di noi e, per di più , in che modo una problematica di carattere collettivo possa agire rifrangendosi a livello individuale. Ciò che ne consegue è un viaggio alla scoperta di dipinti gentili ma al contempo fortemente contrastanti, caratterizzati da tratti vellutati, quasi offuscati, che richiamano tutti quei gas soffocanti, sia reali sia metaforici, riprodotti continuamente dalle macchine sempre più inarrestabili e dai riflessi metallici più definiti, che l’artista abilmente e magistralmente ricrea, i quali rievocano gli scintillii tipici delle possenti strutture industriali. Ed ecco che il progresso si fa paradossalmente ammaliante grazie alle scelte cromatiche di Grzybacz, il quale spazia, tra gli altri, dalle gradazioni del viola al verde acido sino al giallo fluo. Si percepisce così il ritmo ticchettante e sulfureo proprio dell’industria con il suo corollario di macchine, tra colori che si presentano freschi e brillanti, dalle sfavillanti tonalità pastello, dai tratti morbidi e nitidi, caratterizzati da un gesto pittorico unico e immediato, goliardico, tipico di un esprit libre, positivista, poetico e dal sapore fiabesco. E allora, chi prender il sopravvento? Silenti e consapevoli, seppur frastornati dalla cacofonia siderurgica e dal grigiore industriale che ci attorniano surclassandoci, non ci resta che riflettere osservando il mondo attraverso il finestrino di una macchina oppure semplicemente chiudendo gli occhi per poterlo ridisegnare esattamente cos come vorremmo che fosse: quello di Krzysztof Grzybacz certamente eterogeneo, in quanto a soggetti, poich nulla esclude, ameno e cortese, bizzarro e fantastico, seppur non disconosce ciò che è stato, che è e che sarà . Sabato 05 Marzo 2022, Milano
Domenico de Chirico