Francesco De Gregori dal 28 febbraio al 27 marzo 2019 canta al Teatro Garbatella di Roma di fronte a un ristretto pubblico di soli 230 spettatori a sera. Si tratta di una scelta voluta e ricercata da De Gregori che privilegia l’intimità e l’ascolto e che nel titolo Off The Record (letteralmente in via confidenziale ma anche fuori registrazione) concentra quel tono di “riservatezza” che caratterizza le venti date in programma. I concerti non saranno registrati, pertanto non ci sarà traccia di tutto questo, trasformando l’evento in una serie di momenti unici e irripetibili. Qui giace un uomo il cui nome fu scritto nell’acqua, dice John Keats. Ecco, questi concerti sono scritti sull’acqua, afferma Francesco De Gregori che con la sua band formata da: Guido Guglielminetti al basso e contrabbasso, Paolo Giovenchi alle chitarre, Alessandro Valle alla pedal steel guitar, mandolino e chitarre e Carlo Gaudiello al piano e tastiere, sera per sera suonano una scaletta sempre diversa che, oltre alle canzoni mainstream più note (La leva calcistica della classe ’68, Titanic, Alice, La Donna Cannone), propone un repertorio di brani eseguiti raramente come Festival, I Matti, Quattro Cani ma anche San Lorenzo o A Pa dedicata a Pier Paolo Pasolini.Per l’occasione Paolo Bini ne realizza la scenografia, opera ambiente e site-specific dal titolo Cromatismo in ritmo variabile, un progetto accolto da De Gregori grazie alla profonda sensibilità artistica del suo manager Vincenzo “Chips” Lombi coadiuvato da Maria Letizia Paiato Storico e critico dell’Arte. Cromatismo in ritmo variabile nasce dall’idea di amplificare quell’atmosfera di confidenzialità ricercata dall’artista, sicché va immaginata, non come un’opera tradizionale ma viva e performante, capace di abbracciare il pubblico rendendolo partecipe di un’esperienza irripetibile dove i colori e i giochi di luce (studiati da Andrea Coppini light designer di De Gregori) amplificano la libera espressività delle emozioni accordandosi alla musica.L’opera, in acrilico su tela di cotone, mostra una serie di segmenti verticali astratti, monocromatici e dall’intenso valore introspettivo, segni peculiari che caratterizzano costantemente questa ricerca, mostrando quello stesso ritmo o fuori ritmo dall’intenso valore interpretativo come lo sono la musica e le parole del Principe della canzone Italiana.Sono tratti di spazio che accolgono le luci e le ombre e dove i colori, a carattere cangiante, cambiano secondo il punto di vista reagendo alle luci teatrali sempre in modo inatteso e diverso. In tale prospettiva Cromatismo in ritmo variabile trova la propria collocazione naturale per via della sua variabilità o casualità cromatica che consente allo spettatore una libertà visiva e percettiva, capace di sciogliere tanto i sentimenti quanto un’immaginazione senza confini.